lunedì 26 marzo 2012

Censimento 2011… ai tempi di Gesù era più facile?


Giovedì finalmente sono riuscita a mettere la parola fine alla mia personale via crucis per il censimento. Alleluia! Oggi  è così ragazzi, vado avanti per espressioni religiose! Sarà il clima pasquale?? In realtà c’è un motivo per cui sono così “spirituale”: non so voi, ma per quanto riguarda la sottoscritta alla parola censimento penso subito a quello dei tempi di Gesù! Vi ricordate la grotta? Gesù è nato in mezzo alla paglia  tra l’asinello e il bue perché i suoi genitori, che si erano recati a Betlemme per il censimento, non avevano trovato posto in albergo!! Ne deduco che anche a quei tempi non era poi così semplice adempiere al proprio dovere di cittadini?
Io ancora devo capire perché ad alcuni il famigerato questionario è arrivato con il codice necessario per la compilazione online e ad altri, tra cui noi, sprovvisto di quegli agognati numerini che ci avrebbero permesso di sbrigare tutta la faccenda comodamente dal divano! Poi quest’anno con la storia del mio ginocchio fuori uso è stato veramente scomodo, perché la riconsegna non era così ovvia: c’è una scadenza entro cui restituire il questionario? E dove lo si porta? C’è una raccolta di zona? In posta? Vengono a ritirarlo gli incaricati? Morale il plico è rimasto in attesa di giudizio sulla scrivania per un po’, almeno fintanto che per me è stato possibile camminare di nuovo e sopportare in piedi l’attesa del turno in posta! Da quel momento mi  sono  portata in borsa le scartoffie del censimento per qualche tempo (alla fine la busta era a brandelli), perché non arrivava mai il momento giusto per la consegna! Uffici postali chiusi, cose più urgenti da sbrigare, sabati mattina da dormire.. alla fine arrivo trionfante alle poste e cosa mi sento “simpaticamente” dire allo sportello (una volta arrivato il mio turno): “Ma come, non lo sa che da IERI non è più possibile consegnare da noi i questionari?Deve andare in un centro di raccolta!” Gesù, Giuseppe e Maria! La disperazione mi ha portato a rinunciare all’impresa per qualche giorno, il plico è rimasto stancamente nella mia borsa da MaryPoppins, poi finalmente ho preso il toro per le corna, ho segnato orari e indirizzo dell’unico centro di raccolta ancora abile alla riconsegna e sono partita per la “guerra”! Sono arrivata lì a cinque minuti dalla chiusura, lo so sono pessima, ma anziché trovarmi davanti a file infinite e gente isterica ho scoperto incredula una situazione quasi vacanziera: persone che prendevano il caffè alla macchinetta e che sfumazzavano fuori dal portone!Pensate, appena entrata mi hanno addirittura chiesto  di cosa avevo bisogno!Ero scioccata!E’ arrivato un ragazzo, mi ha gentilmente condotto in una stanza poco più in là, ha controllato con nonchalance il questionario in cerca di “errori” e mi ha consegnato l’ambita ricevuta di consegna (una sorta di francobollo di carta che mi sono affrettata a mettere sottovetro appena tornata a casa!). Tempo dell’intera operazione 5 minuti. Era tanto semplice? ?Ma perché non l’avete detto subito!!!
Sono uscita di lì talmente sorridente e camminando ad un metro da terra per la felicità dell’impresa portata a termine che ho sentito dire a uno dei tizi: “Ma quella lì è straniera?”.
Sì, vengo dalla Galilea, ma fortunatamente non ho bisogno né di bue né di asinello per stanotte!
Angelica

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