venerdì 25 ottobre 2013

The Bling Ring = Material Girl + Occhi di Gatto

Con questo tempo sapete cosa si può fare? Vedersi un bel film!
E allora oggi parliamo di cinema. Uno degli ultimi film che abbiamo visto la mia dolce metà ed io è stato “The Bling Ring”, ultima opera di Sophia Coppola, che racconta una storia realmente accaduta in California meno di due anni fa. A Beverly Hills un gruppo di liceali, ciascuno con motivazioni personali ben distinte, si introduce nelle case dei vip rubando accessori, vestiti e gioielli dei propri idoli di stile.
Allora, prima cosa, a noi italiani  più che un film di cronaca sembra un film di fantascienza: non è realistico che qualcuno, per di più ricco e famoso, lasci le porte di casa sua aperte! E invece pare che per gli americani sia normalissimo! (o “fosse” visto cosa è successo!)
Una volta entrati, a fatica,  in quest’ottica di “fiducia nel prossimo, ma telecamere ovunque!” ci concentriamo sulla storia per scoprire che la regista comincia raccontando i fatti in modo quasi fotografico: una visione d’insieme istantanea della situazione, che mostra questo e quel dettaglio significativo ma senza rallentare la narrazione. In questo modo ogni spettatore è libero di soffermarsi sul particolare che lo colpisce maggiormente senza sorbirsi una spiegazione didascalica di ogni cosa. Ottimo.
Poi però questo modo affascinante della Coppola di raccontare la storia va esaurendosi, con l’andare avanti del film banalizzandosi. Le inquadrature insistono sui dettagli glamour (scarpe e borse rubate alle star) quasi come se si avesse paura di annoiare il pubblico con temi troppo profondi, come un’analisi più introspettiva dei protagonisti.
Un’occasione persa per raccontare meglio cosa passa nella testa dei giovani, non solo di oggi ma di sempre! E il bello è che la Coppola, secondo me, aveva inteso la meravigliosa opportunità che forniva questa notizia di cronaca, ma poi, a film in corso, ha avuto paura di risultare pesante allo spettatore medio e ha alleggerito il tono.
Ma così il film delude un po’. O è la regista ”fifona” a deludere?

Angelica

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