lunedì 5 marzo 2012

Happy Lunedì

Lunedì mattina e piove, no di più, diluvia! Il ginocchio operato fa ancora male, il marito saluta e va al lavoro. Che fare? Morire (di noia), dormire. Dormire, forse sognare… Macchè! La pioggia mi tiene sveglia, mentre mi rigiro nel letto i pensieri si rincorrono sempre più vispi, e allora non resta che alzarsi e cominciare la giornata. La colazione che chiama. Gli esercizi di riabilitazione che aspettano il loro turno. E poi un’illuminazione: vedere il film che mi hanno prestato i miei genitori, quello che “anche se è un film italiano è divertente” e che gli è piaciuto tanto da comprarselo. Niente di meglio che insaporire la giornata con qualcosa di nuovo, e allora play…

“Happy Family” racconta il teatrino della vita, cerca di farlo, a momenti riesce a farlo. Non voglio raccontarvi la trama, non è compito mio. Che invece magari è quello di incuriosirvi tanto da farvi  vedere questo film. Gabriele Salvatores, il regista, senza dubbio un uomo di talento, ama prendersi sul serio fingendo di scherzare, ma lo si ama proprio per questo. La scena del concerto, così teatrale, l’abito rosso lacca dell’attrice al pianoforte, la musica di Chopin che accarezza una Milano notturna volutamente poetica, che diventa più incantata proprio nelle immagini meno studiate. Ma la magia del cinema funziona: amo la mia Milano, il notturno di Chopin parla al mio cuore, mi sento ispirata e seguo la fine del film con animo più bonario, grata al regista che è riuscito a svegliarmi dal torpore del lunedì mattina. Ora la pioggia mi sembra molto appropriata, bella, poetica anch’essa e Milano più viva che mai. E il film? Mi direte voi. Il film… cinema italiano al 100%. Facce note e brave, qualche battuta simpatica, molta dolcezza, tanta Milano, un po’ di esistenzialismo e un’ora e mezza spesa bene. Per sorridere, per godersi qualche bella inquadratura e per pensare un po’, a cosa lo decide chi guarda il film, e non chi lo ha fatto.
E buon inizio di settimana!
Angelica
P.S.
Caro regista mi piacerebbe sapere se per la scena del concerto hai scelto il magico Notturno n.20 di Chopin perché ti ha emozionato come ha fatto con me nella sequenza finale del film  “Il pianista” di Roman Polanski… chissà…
A.

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