E allora oggi parliamo di cinema. Uno degli ultimi film che
abbiamo visto la mia dolce metà ed io è stato “The Bling Ring”, ultima opera di Sophia Coppola, che racconta una
storia realmente accaduta in California meno di due anni fa. A Beverly Hills un
gruppo di liceali, ciascuno con motivazioni personali ben distinte, si
introduce nelle case dei vip rubando accessori, vestiti e gioielli dei propri
idoli di stile.
Allora, prima cosa, a noi italiani più che un film di cronaca sembra un film di
fantascienza: non è realistico che qualcuno, per di più ricco e famoso, lasci
le porte di casa sua aperte! E invece pare che per gli americani sia normalissimo!
(o “fosse” visto cosa è successo!)
Una volta entrati, a fatica, in quest’ottica di “fiducia nel prossimo, ma
telecamere ovunque!” ci concentriamo sulla storia per scoprire che la regista
comincia raccontando i fatti in modo quasi fotografico: una visione d’insieme
istantanea della situazione, che mostra questo e quel dettaglio significativo
ma senza rallentare la narrazione. In questo modo ogni spettatore è libero di soffermarsi
sul particolare che lo colpisce maggiormente senza sorbirsi una spiegazione
didascalica di ogni cosa. Ottimo.
Poi però questo modo affascinante della Coppola di
raccontare la storia va esaurendosi, con l’andare avanti del film
banalizzandosi. Le inquadrature insistono sui dettagli glamour (scarpe e borse
rubate alle star) quasi come se si avesse paura di annoiare il pubblico con
temi troppo profondi, come un’analisi più introspettiva dei protagonisti.
Un’occasione persa per raccontare meglio cosa passa nella
testa dei giovani, non solo di oggi ma di sempre! E il bello è che la Coppola,
secondo me, aveva inteso la meravigliosa opportunità che forniva questa notizia
di cronaca, ma poi, a film in corso, ha avuto paura di risultare pesante allo
spettatore medio e ha alleggerito il tono.
Ma così il film delude un po’. O è la regista ”fifona” a
deludere?
Angelica
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